Prodotti enogastronomici e territorio:
la proposta dell’enoturismo

Sotto quest’aspetto le forme di turismo legate al consumo di prodotti enogastronomici assumono i
tratti distintivi dell’esperienza culturale, connotando la domanda secondo modalità tipiche del
turismo culturale. Infatti, come avviene per questa tipologia di turismo, il consumo di un
determinato prodotto dell’enogastronomia può costituire la motivazione esclusiva della vacanza,
oppure una motivazione prevalente o concorrente o, in alcuni casi, occasionale. Naturalmente,
quanto più la motivazione è esclusiva, tanto più si restringe l’ampiezza dei segmenti del mercato,
fino a configurare dei mercati di nicchia.
Tutto ciò sta ad indicare, in altre parole, che il consumo di prodotti enogastronomici può
specializzare singoli prodotti turistici, caratterizzando uno specifico segmento, quello del turismo
enogastronomico, oppure essere complementare rispetto ad altre tipologie di turismo. In
quest’ultimo caso, allora, si evidenzia come la componente enogastronomica può essere comune
a più tipologie di turismo, secondo una logica intersettoriale in grado di accrescere l’offerta di
mercato, che da più parti fa parlare di “turismi”.
Se, dunque, i prodotti della filiera enogastronomica sono espressioni delle tipicità di un territorio,
quest’ultimo gioca un ruolo centrale all’interno di un’offerta turistica, divenendo esso stesso risorsa
e non solo supporto fisico sul quale insistono le altri componenti dell’offerta. Così, parafrasando il
paradigma distrettualista di Giacomo Becattini, il più illustre studioso italiano dei sistemi locali,
“prodotti enogastronomici e territorio reciprocamente si interpretano”, in un continuum che vede
l’uno legato agli altri e viceversa. Questo rapporto diventa tanto più forte, quanto più questi
prodotti sono identificabili da marchi (DOP e IGP, per i prodotti agroalimentari, e DOC, DOCG e
IGT, per i vini), che ne tutelano le specificità.
Ma c’è di più. Infatti, la caratteristica principale di gran parte dei prodotti enogastronomici,
essendo in primo luogo beni di consumo, è che possono essere trasportati e consumati in luoghi
diversi rispetto ai territori di produzione. Così, questi prodotti finiscono per costituire non solo
componenti essenziali di un’offerta turistica, ma anche strumenti di promozione di un territorio, veri
e propri suoi “ambasciatori” capaci di rappresentarlo sul mercato, quasi fossero dei testimonial
delle sue peculiarità. Allo stesso tempo, essi sono in grado di accrescere la soddisfazione postacquisto del turista per il loro essere anche “testimoni” dei territori in cui sono prodotti, in grado di
evocare in lui, al ritorno a casa, la sua esperienza di viaggio, prolungando così il “gusto” per la
vacanza vissuta.



DiG.V.

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