Una sfida in prospettiva: valori consolidati per nuove strategie

Identità e orientamenti di una Scuola di Specializzazione
La Scuola di Specializzazione in Storia, Analisi e Valutazione dei Beni Architettonici e Ambientali del
Politecnico di Torino, corso di III livello di durata biennale, fondata da Vera Comoli e da lei diretta sino al 2006,
è stata istituita con Decreto ufficiale nell’autunno del 1989, come struttura del Politecnico appoggiata
al Dipartimento Casa-città. Sin dalla scelta della sua titolazione si evidenziava un preciso filone di ricerca
che poneva i beni architettonici e ambientali e più in generale culturali al centro della speculazione non solo
intellettuale, ma anche operativa nella certa fiducia verso modelli di tutela attiva e lontano
dalla vecchia impostazione vincolistica. Dal confronto di esperienze maturate in ambiti disciplinari diversi,
più o meno affini, chiamati a dialogare tra di loro, è derivato un approccio integrato e intrecciato alle
prerogative della storia, dell’analisi e della valutazione. Intreccio che non implicava e non implica tuttora perdita
della propria specifica identità disciplinare, ma superamento della tagliola dei distinguo e delle connotazioni che
avrebbero potuto limitare il dialogo o ridurre le implicazioni critiche.
Elemento di coesione è da sempre stato riconosciuto il ‘progetto di conoscenza’, così di sovente richiamato
nelle presentazioni ai volumi della collana della Scuola, esito concreto della ricerca in seno all’istituzione
(non solo qui più che altrove data dal corpo docente, ma dall’unità dei docenti e dei discenti, professionisti prima
che studenti). Un approccio corale immediatamente condiviso dagli enti preposti alla tutela, da non poche
amministrazioni, che nel tempo hanno offerto le loro competenze e la loro collaborazione negli intenti dichiarati.
La contingenza delle richieste d’indagine poste alla Scuola (in quanto istituzione culturale e luogo di ricerca)
non ha mai costituito pretesto per semplicistiche risposte puntuali, ma stimolo per orientamenti di più ampio respiro,
anche se talvolta difficili da sostenere o quasi utopistici nella loro realizzazione, carichi di implicazioni reiterative e di
chiavi interpretative capaci di aprire insospettate prospettive di nuova ricerca, anche in forma progettuale.
L’approccio non può non riconoscere i suoi debiti alla straordinaria figura scientifica e umana di Vera Comoli,
direttore poliedrico ed elemento di coesione verso il quale confluivano gli apporti, le specificità, le potenzialità, la
ricchezza tanto dei singoli tanto dei filoni disciplinari, inaugurando una non breve koiné intellettuale.
Al suo entusiasmo, prontamente condiviso dai colleghi e dai collaboratori, si devono le feconde esperienze
di lavoro integrato che hanno portato alle sedi distaccate sul territorio della Valle d’Aosta e di Mondovì,
capaci di configurarsi come una rete di studio e di diffusione di conoscenze, accompagnate da rilevanti ricadute critiche.



DiG.V.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *